ATTENZIONE: I cookies del tuo browser risultano disattivati o stai navigando in modalità anonima. Ciò potrebbe limitare alcune funzionalità del sito.
Focus
|
E-commerce, contraffazione dilagante, complici le aste on line.
Lunedì 29 Ottobre 2007
autore: Redazione InterTraders In principio erano solo i vu cumprà, oggi è la Rete a fungere da elemento
propulsore della contraffazione. Un business che ha ormai superato i 7 miliardi
di euro l'anno solo in Italia e che pone la nostra penisola al primo posto a livello europeo ed al terzo a
livello mondiale per la produzione di beni contraffatti.
A fare il punto della situazione sullo stato attuale della contraffazione in
Italia è una ricerca realizzata dall'Istituto Piepoli e da Confcommercio
presentata nella sede di Confcommercio a Roma nel corso del convegno “Un
mercato contraffatto, un danno certo per le imprese un rischio per i
consumatori”.
La produzione di 'falsi' in Italia, secondo la ricerca, risulterebbe
strettamente legata agli stessi distretti industriali che operano nella
produzione “legale” ed il ruolo dei “centri del falso” italiani sarebbe
cambiato, non limitandosi più questi ultimi alla mera produzione, ma anche alla
rifinitura, marchiatura e smistamento delle merci.
I canali attraverso cui vengono veicolati i prodotti contraffatti, sono gli
abusivi (in gran parte stranieri) ed Internet. Proprio quest'ultima avrebbe
assunto un ruolo primario nel dilagare della contraffazione, al punto che vi
sarebbe merce illegale in oltre 30% delle vendite on line.
AICEL (Associazione Italiana
del Commercio Elettronico), punto di riferimento per i commercianti del settore,
evidenzia come il fenomeno sia tale da ledere l’intera economia nazionale e
soprattutto il buon nome di un ambito, quale l'e-commerce, già fortemente
osteggiato.
L'indice è puntato in particolare contro le aste on line, che si svolgono
indisturbatamente sotto gli occhi di tutti, senza alcun tipo di controllo
fiscale e più in generale legale, favorendo il crescere del fenomeno in più
categorie di merce.
Spiega Andrea Spedale, presidente di AICEL, che “I negozi on-line regolari,
sono soggetti a verifiche puntuali e controlli certosini. Motivo per cui questo
tipo di illegalità danneggia in primo luogo proprio gli operatori professionali
del settore”.
Un risvolto preoccupante quindi e che a parer nostro dovrebbe far riflettere chi
cerca in Rete unicamente il low price senza guardare al tipo di merce
venduta ed al contesto in cui avviene la compravendita.
Redazione InterTraders
Hai bisogno di assistenza legale specifica su questa tematica o su argomenti simili legati a Internet?
Se sì, ti invitiamo a consultare le seguenti sezioni direttamente sul sito dello Studio Legale Massa:
In alternativa, puoi contattare direttamente lo Studio ai recapiti indicati nell'apposita sezione "CONTATTACI" (l'assistenza prestata non è gratuita).
|
|
|