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Truffe nigeriane: ormai è una questione di Stato
Sabato 31 Luglio 2010
autore: Redazione InterTraders Chi l'avrebbe mai pensato che sarebbe diventata una questione di Stato?
Dopo decenni di proliferazione e migliaia di vittime nel mondo fisico prima e in
quello digitale poi, il fenomeno delle truffe nigeriane starebbe
seriamente pregiudicando il "buon nome" della Nigeria nel mondo, al
punto che le autorità del Paese africano starebbe correndo ai ripari chiedendo
la collaborazione del governo USA.
Bashir Gwandu, vicepresidente esecutivo della Nigeria Communications Commission (o NCC, organismo statale che regolamenta il settore delle telecomunicazioni in
Nigeria), ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con le autorità
americane finalizzato ad accrescere le competenze tecniche e investigative
nigeriane per frenare il fenomeno dei cybercrimini commessi online
sfruttando il nome della Nigeria.
Obiettivo della partnership sarebbe in particolare la prevenzione e repressione
di tutte quelle truffe e più in generale degli illeciti commessi tramite email.
Messaggi provenienti in apparenza da noti istituti di credito e società
commerciali del Paese africano, e che, sfruttandone in vari modi il nome,
ne danneggiano nei fatti l'immagine all'estero.
Precisa il leader dell'NCC, infatti, che allo stato attuale il vero problema è
rappresentato dalla nomea acquisita dalla Nigeria all'estero grazie a crackers e
truffatori. Criminali che in realtà spesso agiscono da altre
nazioni depistando così l'attività di inquirenti e vittime, ma
nuocendo nei fatti "al buon nome" dello Stato africano.
Quando poi le truffe sembrano partire dalla Nigeria, la causa del loro
successo andrebbe attribuita alla cattiva prassi degli Internet Service Providers africani di acquistare blocchi di
indirizzi IP all'estero anzichè dall'AfriNIC,
rendendo nei fatti le indagini più complicate e l'ambito della giurisdizione
nigeriana limitato.
Insomma, la colpa è degli altri non la nostra. Sembra essere questo il
messaggio di Gwandu, e la partnership confermerebbe iniziative già intraprese
in passato con altri governi, come quello inglese, e con società di settore,
come Microsoft.
Tralasciando l'importanza dell'accordo in questione, purtroppo il vero problema
della Nigeria è la carenza di un'adeguata normativa preventiva e
repressiva a tutela degli utenti e delle frodi online, e appare
pertanto ovvio che, finchè non si deciderà di intervenire a livello
legislativo, i cybercriminali avranno vita facile e continueranno a usare il
"buon nome" della Nigeria.
Redazione InterTraders
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