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Focus
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Truffe telefoniche per rubare dati bancari: nel mirino anche il VoIP
Giovedì 05 Novembre 2009
autore: Roberto Rais A breve distanza dal nostro ultimo
articolo sullo stato dell’arte in materia di truffe telefoniche, torniamo
a occuparci dell’argomento. Secondo quanto riporta la stampa americana di
settore, infatti, in questi giorni il fenomeno -complice la concomitante e
crescente diffusione del VoIP- sembra conoscere una rinnovata fase di
espansione.
Stando alle notizie che arrivano dagli “States” si starebbe rapidamente
propagando una nuova ed ennesima variante di frode, contraddistinta da una
tecnica che, sfruttando proprio il VoIP
(Voice over Internet Protocol), ingannerebbe ignare vittime inducendole a
comunicare a terzi i propri dati bancari.
La tecnica è in ogni caso sicuramente più complessa di quella di cui
abbiamo parlato settimane fa. E dimostra come i truffatori stiano sfruttando
con successo le falle di sicurezza lasciate libere dall’integrazione del
tradizionale sistema telefonico con il VoIP.
Una volta avuto accesso ai sistemi telefonici di piccole e medie attività
imprenditoriali (che spesso non hanno conoscenze e strumenti avanzati di
protezione da queste azioni di phreaking) i truffatori di turno contatterebbero i
clienti di istituti di credito comunicando a questi -per la presenza di
attività “sospette” o problemi di natura “informatica” non meglio
specificati- il presunto blocco del rispettivo rapporto di conto
corrente. In seguito, attraverso dei messaggi preregistrati, verrebbe
chiesto alla “vittima” di fornire via telefono il proprio numero di conto
corrente e il codice PIN della carta Bancomat. Una volta ottenuti queste
credenziali, i dati verrebbero quindi riutilizzati dai truffatori per
creare carte clonate e prosciugare in ultimo i conti bancari dei
malcapitati.
A finire nel mirino dei truffatori sarebbero stati fino ad ora soprattutto
clienti di istituti bancari locali. La stampa americana starebbe monitorando il
fenomeno costantemente e, sebbene non siano tanti i nomi degli istituti finora
rivelati (Union State Bank, Liberty Bank, Solvay Bank sarebbero i primi ad aver
“ufficializzato” le denunce), è lecito attendersi una crescita
vertiginosa di segnalazioni nel corso delle prossime settimane.
Per comprendere la portata deflagrante del fenomeno fino a oggi, basti pensare
che il vice Presidente di Liberty Bank, Jill Hitchman, ha stimato che le
telefonate effettuate utilizzando questa tecnica si aggirino già tra le
20.000 e le 30.000 al giorno. Un dato inquietante ma che non rivela in
concreto il numero di vittime effettive.
A questo punto l’interrogativo è scontato: è possibile proteggersi contro
questi attacchi?
Sì, ma nonostante le mille raccomandazioni rivolgibili a utenti e correntisti,
il problema andrebbe risolto concretamente “a monte”, ovvero
implementando i sistemi di sicurezza che contornano l’uso delle tecnologie
VoIP in ambito aziendale. Secondo quanto riporta la stampa americana,
infatti, questo genere di truffe telefoniche emergerebbe proprio la
scarsa attenzione che molti imprenditori dedicano alla sicurezza dei
propri sistemi di comunicazione, spesso ben più vulnerabili di quanto si possa
pensare.
Roberto Rais
per International Traders
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