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eBay, cosa dovremmo fare per ricevere i pacchi dall'estero
Lunedì 05 Gennaio 2009
autore: Redazione InterTraders Circa un anno fa pubblicammo un interessante articolo sulla situazione degli acquirenti coinvolti nelle
compravendite internazionali b2c: in particolare sul boicottaggio posto
in essere da alcuni venditori esteri (soprattutto americani) nei confronti dei
compratori italiani, a causa dei numerosi disservizi legati al nostro sistema
postale e doganale. Una vicenda particolarmente nota a chi si occupa di
e-commerce internazionale soprattutto per i toni "drammatici" che assume
quando di mezzo ci sono CMP come quello di Milano Roserio.
Con il nuovo anno, carichi di buoni intenti e sollecitati dai nostri lettori, torniamo a occuparci dell'argomento "pacchi esteri" e lo facciamo (purtroppo)
non per annunciare importanti novità o migliorie da parte del nostro sistema
postale o di quello doganale ma per segnalare un trend in voga tra chi acquista merce
dall'estero, in particolare da Paesi extraUE.
Nei lunghi itinerari che accompagnano le spedizioni internazionali dirette in
Italia, il tallone d'Achille sembra essere -a detta delle parti coinvolte nelle
transazioni- proprio il tratto finale del tragitto, ossia quello di arrivo della
merce nel nostro Paese e di smistamento della stessa ai destinatari finali,
caratterizzato da ritardi anche di mesi nelle consegne, sparizione dei
colli, intoppi burocratici e dazi non sempre cristallini.
Per far fronte a tali anomalie, da qualche tempo alcuni ebayers hanno deciso di
ricorrere ad espedienti "alternativi" per far giungere con sicurezza e in tempi
brevi la merce nelle proprie mani: ossia facendola recapitare in una
nazione confinante con l'Italia (Svizzera, Austria etc.) o avvalendosi di
servizi di "package-mail forwarding" (o "parcel forwarding") offerti da talune
società di spedizione.
Entrambe le scelte, se da un lato possono apparire paradossali o antieconomiche,
dall'altro sono già collaudate da tempo da alcuni fruitori dell'e-commerce
b2c.
Nel primo caso, gli interessati, si avvarrebbero di particolari servizi (come il
fermo posta) offerti dai vari sistemi postali nazionali, e
senza necessariamente avere domicilio o residenza al di fuori dell'Italia,
si farebbero spedire la merce dai venditori extracomunitari direttamente
a uffici postali intracomunitari, riservandosi di ritirarla
successivamente di persona o delegando un terzo.
Nella seconda alternativa, invece, l'intero processo di raccolta, giacenza,
trasporto e consegna della merce verrebbe effettuata da apposite
società che -come anticipato- offrono servizi di "parcel forwarding", ossia di
inoltro della merce al destinatario.
Esistono molte aziende in Europa e più in generale nel mondo che offrono questa
tipologia di spedizione, ed è sufficiente un comune motore di ricerca per
individuarle ed effettuare una comparazione dei prezzi e delle offerte. La più
menzionata sui forum di eBay è “Consegnato!” che offre proprio un'opzione
di “sdoganamento celere” e consegna al domicilio del destinatario
per i pacchi provenienti dagli USA (a seguire un'immagine del sito):
ma non mancano altre ditte come “Shipito” e “US Global Mail”
particolarmente indicate per chi desidera acquistare merce da venditori
americani che non spediscono in alcun modo all'estero (v.immagini a seguire):
Il vantaggio dell'uso di un servizio di “parcel forwarding” è indubbiamente
legato all'indirizzo fisico “di comodo” e allo spazio nei magazzini
dell'azienda che viene offerto al cliente per gli acquisti fatti in
Rete. Aspetto, quest'ultimo, indubbiamente da non sottovalutare;
normalmente, infatti, la tratta dal magazzino europeo o nazionale del fornitore
di “parcel forwarding” al domicilio del destinatario finale viene affidato a
terze società come UPS, DHL, TNT, Bartolini etc. La spesa pagata a questi
corrieri per il trasporto come risaputo è antieconomica per un solo articolo di
valore esiguo, ma viene ammortizzata se il numero di beni aumenta e si resta
entro un certo limite di peso. Ne consegue che l'utilizzo di un servizio di
“parcel forwarding” spiegherebbe pienamente la sua convenienza
quando un acquirente compra più beni all'estero di valore esiguo e peso
limitato e li accumula in giacenza presso il magazzino della società
fornitrice. Al momento opportuno potrà infatti farseli racchiudere in
un solo collo e inviare a destinazione il pacco, risparmiando -se il
peso complessivo rientra nel minimo tariffario previso dal corriere-
notevolmente.
I due sistemi illustrati, come visto, rappresentano l'alternativa “forzata”
a cui sempre più ebayers e utenti si rivolgono per evitare che lo sdoganamento
e la gestione dei pacchi avvenga nel modo tradizionale; si tratta sicuramente di
un contesto che in futuro conoscerà ulteriori sviluppi e maggiore
competitività tra le aziende di spedizione ma che a nostro parere
potrebbe non risolvere del tutto i problemi legati alla circolazione dei pacchi
esteri. Sui forum stranieri dedicati all'e-commerce, ad es., ad essere
criticate non sono solo "la dogana" o "la posta italiana" ma anche la nostra
mentalità, caratterizzata a detta di taluni venditori esteri da
costante furbizia e negligenza.
Si tratta indubbiamente di pregiudizi radicati ai vari episodi di cronaca ma che
trovano talvolta un fondo di verità nel comportamento dei singoli individui e
non di un intero sistema. Per rendere più limpido il concetto basti
pensare a quei vettori che non si premurano di consegnare la merce al
destinatario semplicemente perchè l'indirizzo della sua abitazione è difficile
da individuare, facendo di conseguenza tornare indietro il pacco al
mittente (che magari è all'estero), con tutte le conseguenza immaginabili.
Per esperienza diretta vi possiamo garantire che ciò può accadere
nonostante dietro vi sia il nome di un corriere come quelli succitati.
In questi casi il menefreghismo del singolo può pregiudicare facilmente agli
occhi di un venditore estero il nome di un'azienda, di un'intera categoria o di
una nazione.
Redazione InterTraders
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