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Google in tribunale per AdWords: sarebbero milioni gli utenti truffati.
Lunedì 28 Aprile 2008
autore: Redazione InterTraders Sarebbero milioni gli utenti nel mondo truffati da Google Inc., la nota società
americana proprietaria del primo motore di ricerca planetario, e
sarebbero miliardi i dollari sottratti indebitamente dall'azienda agli
iscritti al noto servizio di pubblicità on line AdWords.
A puntare il dito contro Google questa volta è un noto studio legale americano,
Kabateck Brown Kellner LLP, che, dopo aver denunciato il comportamento
fraudolento della società e la sottrazione tacita di denaro agli iscritti al
servizio AdWords, starebbe organizzando un'azione collettiva
risarcitoria (class action) nei confronti dell'azienda di Mountain View.
AdWords, il noto servizio offerto da Google agli utenti per reclamizzare la
propria attività in Rete, come è risaputo offre agli interessati la
possibilità di pubblicizzare il proprio sito tramite appositi annunci testuali
che compaiono sul motore di ricerca o sui siti aderenti al circuito di
Google, in cambio di una certa somma di denaro ogniqualvolta un utente
clicca col mouse (c.d. CPC) sull'annuncio in questione o lo stesso raggiunge un
certo numero di visualizzazioni (c.d. CPM).
Un sistema che, secondo i legali americani, sarebbe ambiguo e
fraudolento nel momento in cui prevede (in fase di configurazione) oltre
all'inserimento di una somma "predefinita" da destinare ai click ricevuti per
gli annunci pubblicati sul motore di ricerca di Google, anche una cifra
"facoltativa" per gli annunci da pubblicare nella "rete di
contenuti": un network composto da centinaia di migliaia di
siti e blog indicizzati da Google e che ospitano il servizio pubblicitario
Google AdSense (nell'immagine a seguire abbiamo evidenziato con una
linea rossa il campo incriminato).
La mancata indicazione di una qualsiasi cifra nel campo facoltativo non
impedirebbe in realtà la visualizzazione (e i conseguenti possibili click)
degli annunci dell'utente nella "rete" in questione, determinando di conseguenza
un addebito non voluto a carico di quest'ultimo.
Precisa Brian Kabateck, coordinatore della class action, che le pretese
risarcitorie troverebbero legittimazione nell'atteggiamento e nel
silenzio di Google che non chiarisce agli inserzionisti la differenza tra il
lasciare il campo in questione "vuoto" e il riempirlo con semplici
zeri.
Con la conseguenza che i fondi dell'utente si riducono a insaputa dello stesso,
favorendo per di più la pubblicazione degli annunci pubblicitari sulle pagine
della "rete di contenuti" che godrebbero comunque di una visibilità
minore rispetto alle pagine del motore di ricerca.
Redazione InterTraders
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