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Dilagano in Rete i kit per adulterare i vini ...e il business illegale è alla portata di tutti.
Lunedì 14 Aprile 2008
autore: Redazione InterTraders Si è discusso molto nei giorni scorsi di vini "tossici" e dell'inchiesta choc condotta dal settimanale
L'Espresso ribattezzata "Velenitaly". Un resoconto allarmante sulla
composizione dei vini italiani "a basso costo" che ha destato persino l'attenzione della Commissione Europea, interessata a
far luce sulla verità e a comprendere la reale quantità di sostanze tossiche
contenute nei vini "made in Italy".
Nell'inchiesta de L'Espresso si parla di un vero e proprio "sistema industriale"
di contraffazione che nasce dalla criminalità organizzata e alimenta le grandi
cantine, e che conterebbe attualmente sul mercato -tra supermercati ed enoteche-
oltre 70 milioni di litri di vino cancerogeno la cui composizione
presenterebbe solo 1/5 di mosto, mentre i restanti 4/5 sarebbero costituiti da
tracce di concimi, sostanze chimiche di varia natura, acqua, zucchero e acido
muriatico. In pratica un cocktail altamente cancerogeno.
Uno degli aspetti più preoccupanti dell'inchiesta, tuttavia, deriva sicuramente
dall'aver confermato -ancora una volta- l'esistenza di laboratori
dedicati all'adulterazione vinicola; cabine di regia dove esperti della
sofisticazione mettono a punto cocktail ingannevoli che, come visto, dietro le
parvenze, l'odore e il sapore di un comune vino da tavola nascondono
"l'inimmaginabile" da un punto di vista chimico e tossicologico.
Lasciamo la criminalità organizzata e la produzione su larga scala e
soffermiamoci sulla sofisticazione e l'alterazione/adulterazione vinicola, con
uno sguardo in particolare a quello che offre la Rete alle aziende e ai privati
interessati: è dalla "sperimentazione" individuale, infatti, che spesso
piccoli e medi imprenditori vinicoli senza scrupoli passano poi alla
contraffazione ai danni di milioni di consumatori.
Un nostro lettore, che preferisce mantenere l'anonimato, ci ha segnalato
la presenza di kit fai da te o "wine kit" facilmente reperibili su Internet.
Nell'immagine a seguire ad es. è visibile un kit per realizzare vini alterati.
Il sito in cui è reclamizzato il prodotto -il cui indirizzo al di là della
liceità o meno dello stesso preferiamo non rivelare- prevede varie
fasce di prezzo a seconda del "risultato finale" che si desidera
ottenere. Per un kit che permette di ottenere da sostanze non
chiaramente indicate circa 9 litri di Chianti, Chardonnay o Barolo, il prezzo
varia dai 60 agli 86 dollari (dai 37 ai 55 euro circa).
Non manca ovviamente chi offre anche la strumentazione necessaria per portare a
termine egregiamente il processo di contraffazione e molti siti Internet vendono
anche termometri, idrometri, sterilizzatori, tappi...
e persino una vasta scelta di etichette adesive da applicare sulle
bottiglie del "prodotto finale" per ingannare i meno esperti.
Nell'immagine a seguire ad es. è visibile un campione di etichette in vendita
su un sito americano.
Ovviamente tra le vetrine che offrono prodotti simili non poteva mancare il noto
portale d'aste on line eBay.it; da una semplice ricerca nel motore di ricerca
del sito è facile, infatti, imbattersi in elenchi di aste come quelle a
seguire:
una delle quali offre persino un kit per realizzare del sake, la nota
bevanda alcolica giapponese.
Ce n'è insomma per tutti i gusti e, in quasi tutti i casi, chi offre questi kit
"magici" sono venditori americani e inglesi.
L'alterazione, tuttavia, corre anche sui circuiti p2p e tramite il noto
programma Emule è possibile imbattersi in file e guide condivisi da
appassionati; risorse che in alcuni casi si limitano a fornire semplici
consigli per ottenere un buon vino per uso domestico, mentre in altri dispensano
suggerimenti sull'alterazione e la diversificazione.
Il tutto in questo caso a costo zero.
Certo, non tutto quello in vendita è illegale o presenta aspetti di illiceità,
e il proliferare dei kit appena visti è una conferma anche di una forte
trend commerciale degli ultimi anni che vede ancora una volta
l'e-commerce e la Rete come solidi punti di incontro tra domanda ed offerta.
Resta il problema della natura e della provenienza delle sostanze vendute nei
kit sofisticatori appena visti, non tutti i venditori, infatti, hanno lo
scrupolo di indicarli espressamente. Un interrogativo serio, inquietante, ma
la cui importanza si riduce di sicuro ad un aspetto secondario
in questo tipo di business; il forte proliferare di siti dedicati al fai de te e
all'alterazione dei vini e la vasta scelta di "varianti vinicole" che questi
permettono di realizzare, dimostra, infatti, eloquentemente che la
domanda è forte, e che chi maggiormente la sostiene (imprenditori
vinicoli e enoteche) probabilmente è solo interessato al profitto.
Redazione InterTraders
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