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Falsi in Rete: come riconoscere un paio di Levi's autentici
Mercoledì 11 Marzo 2009
autore: Redazione InterTraders Chi non ha mai avuto tra le mani almeno una volta nella vita un paio di
Levi's?
Alzi la mano chi, nel toccarli o indossarli, non si è mai chiesto se fossero
autentici o falsi e chi, nonostante le rassicurazioni del negoziante di turno,
non si è mai del tutto convinto della loro genuinità!
Quella dei Levi's, infatti, è una delle forme di contraffazione più conosciute
e diffuse al mondo, in voga praticamente da decenni, che "vanta" ormai un
livello di evoluzione e un numero di varianti tali da rendere davvero difficile
-anche agli occhi di un acquirente esperto- riconoscere un paio di jeans
originali da un paio contraffatto.
Su Internet non vi sono molte guide dedicate all'argomento e, non a caso, sono
in tanti a chiedersi se tra i numerosi modelli di jeans Levi's (501, 503, 505
etc.) in commercio, vi siano degli elementi "comuni" o quanto meno grossolani
che possano in qualche modo aiutare i più a riconoscere e distinguere
un paio di jeans autentici da un modello falso. Da un'attenta ricerca
fatta in Rete abbiamo individuato 4 criteri particolarmente evidenti che possono
aiutare non solo chi acquista il capo nel tradizionale negozio d'abbigliamento
ma soprattutto chi cerca il pezzo da collezione o il capo low price
optando per le vie dell'e-commerce. Ed è proprio a queste ultime che bisogna
prestare particolare attenzione, non essendo in molti casi i Levi's venduti nel
web altro che modelli scadenti prodotti in Tailandia e
rimarchiati dai venditori finali orientali come autentici.
Fermo restando che per il numero di varianti di jeans prodotti dalla Levi's e
per il numero di Paesi di fabbricazione, non è escluso che delle piccole
differenze "strutturali" tra modelli vadano necessariamente viste come segnali
di contraffazione, entriamo nel merito dell'articolo e vediamo nel dettaglio
quali elementi possono aiutarci generalmente a riconoscere dei falsi
jeans, prendendo in esame uno dei modelli più noti e venduti di
Levi's: il 501.
1- La targhetta posteriore (patch) con il marchio Levi's.
In un modello autentico è collocata sul lato destro, è cucita su tutti e
quattro i lati ed è in tessuto resistente simile -per spessore, colore e al
tatto- a del cartoncino (v. immagine a seguire).
in un falso invece non solo la forma, lo spessore, il materiale e il
colore della patch possono variare (v. immagini a seguire) ma le
scritte stampate all'interno possono presentare errori grammaticali, omissioni o
indicazioni apparentemente superflue.
2- I bottoni.
La patch posteriore, tuttavia, è anche uno degli elementi più finemente
riprodotti dai falsari e non c'è da stupirsi se in circuiti come quelli delle
aste on line i venditori esteri la mettano sempre in evidenza. Considerarlo
pertanto l'unico criterio di genuinità in dei jeans Levi's non è
sufficiente.
E' utile allora esaminare anche i bottoni presenti sui jeans; nelle immagini a
seguire è visibile la parte frontale del classico bottone di chiusura di un 501
autentico (da notare il testo "LEVI STRAUSS&CO*SF CAL*" in rilievo).
La chiusura dei jeans deve essere ovviamente a bottoni (più piccoli ma con
scritta in rilievo come quello principale) mentre i vari rivets (i
chiodi che sporgono esternamente e delimitano le tasche) devono presentare le
sigle "L.S. & Co. S.F." sia sulla parte anteriore (v.immagine):
che posteriore:
Proprio quest'ultima sigla nei jeans autentici è presente su tutti i
rivets, mentre in quelli contraffatti può presentarsi
"liscia" o con altre scritte (v. esempi nelle due immagini a seguire).
3- Il numero seriale.
E' l'elemento che indubbiamente aiuta più chi acquista in un negozio fisico che
in uno virtuale.
In un paio di jeans autentici l'etichetta di cartone che solitamente affianca la
patch posteriore al momento dell'acquisto
presenta un numero seriale (da noi evidenziato in rosso nelle immagini)
che deve corrispondere a quello posto sulla linguetta di stoffa
interna ai jeans.
In caso contrario avete tra le mani indubbiamente un falso.
4- La linguetta rossa.
La linguetta rossa con la scritta "Levi's" deve essere necessariamente presente
sul retro di un 501 e deve essere posta sul lato sinistro della tasca destra,
cucita (v. immagine) tra quest'ultima e il tessuto dei jeans:
nelle contraffazioni più grossolane la linguetta manca, è cucita in
modo non parallelo al bordo della tasca o è direttamente incollata a
quest'ultima.
Se questi rappresentano i principali segni distintivi tra Levi's autentici e
contraffatti non mancano in Rete consigli secondari; vi è ad es. chi suggerisce
di prestare attenzione alla cucitura presente al centro delle tasche posteriori
(rigorosamente a "v" aperta in un capo originale):
alla grandezza stessa delle tasche frontali (simmetriche tra loro), alle
indicazioni per il lavaggio presenti sulla linguetta interna ai jeans, e alla
taglia indicata sulla patch, che deve corrispondere a quella reale dei
jeans (nelle contraffazioni questo criterio solitamente non viene
rispettato).
Chiudiamo con un aneddoto riguardante proprio i falsi Levi's provenienti dalla
Tailandia rivenduti in maniera massiccia in Rete. Secondo alcune testimonianze
raccolte nel Web, le piccole aziende che producono questi jeans (originariamente
senza marca) li venderebbero a 5 dollari (circa 4 euro) ai propri operai,
lasciandoli indossare loro per un periodo variabile tra i 6 e 12 mesi senza mai
lavarli. Successivamente, quando i pantaloni hanno acquisito un buon livello di
usura, sporcizia e perdita di colore, gli operai li riconsegnerebbero ai
propri datori di lavoro ricevendo sempre per 5 dollari un altro paio. I
vecchi jeans verrebbero quindi lavati, riparati, rimarchiati come Levi's e
rivenduti al prezzo di un modello autentico a turisti, esportatori o
direttamente nel Web.
Redazione InterTraders
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