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Quelle strane voci su PayPal...
Mercoledì 18 Giugno 2008
autore: Redazione InterTraders Descrivere cosa sia PayPal può apparire per molti versi scontato, considerata
la leadership che il marchio ha ormai acquisito nel mondo delle transazioni via
Internet. Vero è, tuttavia, che a fianco ai benefici e ai vantaggi derivanti
dall'uso di uno dei più diffusi sistemi di pagamento si celino vicende
e aneddoti in tutto o in parte sconosciuti ai lettori, ma che vengono
segnalati quotidianamente da portali "controcorrente"; siti la cui missione -a
loro dire- è quella di "rivelare" al resto del mondo i rischi e le
verità nascoste concernenti l'utilizzo di PayPal.
Prima di rendere noto ai nostri "intertraders" cosa scrivono i siti in
questione, è necessaria una breve parentesi storica.
Era il dicembre del 1998 quando Peter Andreas Thiel, laureato in legge, Max
Levchin, esperto informatico e Luke Nosek, imprenditore, fondarono Confinity
Inc. Nessuno dei tre intraprendenti uomini d'affari immaginava che quella società,
inizialmente dedicata al trasferimento di denaro virtuale tra palmari,
fondendosi due anni dopo con x.com (portale dedicato ai servizi finanziari on
line) avrebbe rivoluzionato il mondo delle transazioni via Internet
dando origine a PayPal.
Il resto è storia di oggi e con l'acquisto da parte di eBay nel 2002, PayPal è
divenuta in meno di sei anni il leader tra i principali sistemi mondiali di
moneta elettronica utilizzati da imprese e consumatori.
Restiamo in America e facciamo un passo indietro nel tempo.
Era il novembre del 2000 ed un illustre sconosciuto di nome Eric
Gray, decise di fondare PayPalSucks.com, dando cosi' voce -a detta del creatore- a
tutti quegli utenti stanchi ed insoddisfatti di PayPal, desiderosi di
far conoscere al mondo intero quelle verità "scomode" che si celano dietro ogni
transazione effettuata sulla nota piattaforma.
Al pari del suo principale ispiratore, anche PayPalSucks.com è cresciuto sempre
di più negli anni, diventando negli USA ed in Inghilterra il punto di
riferimento di tutta quell'utenza desiderosa di esternare le proprie
vicissitudini con il sistema di pagamento di casa eBay.
Perchè un'iniziativa del genere?
Gray avrebbe intrapreso la sua battaglia dopo aver trascorso un
pomeriggio infuocato al telefono con il call center di PayPal: di fronte a delle
semplici domande e ad un continuo "riagganciare" il fondatore di PayPalSucks
avrebbe tratto lo spunto per il proprio portale.
Una motivazione apparentemente drastica e che probabilmente nasconde dell'altro.
Quel che è certo è che oggi PayPalSucks.com vanta un forum -vero cavallo di
battaglia del sito- con migliaia di iscritti e decine di discussioni aperte
ogni giorno.
Ed è proprio il forum, biglietto di presentazione del sito, che
permetterebbe di capire le varietà di pericoli e problemi a cui PayPal,
"esporrebbe" la propria utenza.
Da una panoramica delle sezioni -variegate per tematica- sono 3 quelle che
destano particolare curiosità e interesse:
- "Horror Stories: PayPal Did it!";
- "PayPal Landmines";
- "Whistleblowers".
La prima, dedicata alle "storie terrificanti" recensite dagli
utenti, riporta testimonianze negative di vario tipo: vi è chi denuncia operazioni totalmente arbitrarie ai propri danni da
parte della società; chi la ingiustificata scomparsa di somme di denaro dal proprio
account o il blocco di quest'ultimo. Più inquietanti restano,
tuttavia, i messaggi degli utenti che lamentano operazioni fraudolente con la propria carta di credito
dovute a presunte violazioni dei server di PayPal o, in altri casi, addebiti inspiegabili sul conto corrente bancario.
La seconda sezione, "PayPal Landmines", contiene consigli
pratici relativi agli accounts di PayPal. In gran parte si tratta di
suggerimenti rivolti ai più inesperti al fine di evitare episodi "spiacevoli" o
incomprensioni con l'assistenza clienti, ma vi è chi va oltre, offrendo dati rubati di carte di credito per la creazione
di accounts con PayPal. Le lamentele principali riguardano, tuttavia, le frodi che si verificano
successivamente all'invio della merce pagata con PayPal: numerosi
acquirenti-truffatori, infatti, dichiarano a PayPal di non aver ricevuto la
merce e aprono una contestazione con successivo reclamo per avere
indietro il denaro. Se il reclamo viene accolto, infatti, il venditore oltre a
non rivedere la merce si vede prelevare e restituire all'acquirente il denaro
versato.
La sezione "Whistleblowers" è dedicata a impiegati ed
ex-dipendenti di PayPal. Un angolo indirizzato a chi ha lavorato per
conto della società e intende esprimere il proprio parere su quanto viene
segnalato nel forum. Si tratta di commenti o aneddoti non sempre
critici verso PayPal, ma che in alcuni casi sfociano in veri e propri "scoop"
per i quali è previsto persino un compenso.
PayPalSucks.com non si limita, tuttavia, solo a PayPal, vi sono delle sezioni
dedicate anche ad altre compagnie che hanno un ruolo primario nell'e-commerce,
tra cui eBay, Stormpay e Citibank. La cosa più inquietante è rappresentata
indubbiamente dalla mole di segnalazioni di truffa e dai relativi consigli per
evitarle. Suggerimenti che, a volte, degenerano in espedienti di natura
illecita, come quello dell'utente che, senza alcun rispetto per la
privacy, pubblica oltre 450 dati personali (tra indirizzi email e
numeri di telefono) di responsabili e dipendenti della società.
Nel mare magnum dei siti anti-PayPal l'altro punto di naufragio a
livello mondiale è costituito da PayPalWarning.com un portale di protesta dai toni
leggermente più pacati rispetto a PayPalSucks.com, probabilmente anche
per via dello studio legale americano (Jacoby & Meyers) che ne supporta la
causa. Il sito nasce anche in questo caso su iniziativa di un singolo
utente, "vittima", a suo dire, di PayPal; l'autore, infatti, titolare di un
piccolo Internet Service Provider, dopo aver realizzato un portale per un
cliente si è visto bloccare il relativo pagamento (di oltre 10.000 dollari
effettuato tramite PayPal) senza alcun apparente motivo se non quello
per cui la transazione appariva come potenzialmente fraudolenta.
Nonostante il creatore sia riuscito, dopo non poche peripezie, a riavere
indietro il denaro, il sito è rimasto on line ad emblema della propria infelice
esperienza.
L'aneddoto più curioso che accomuna entrambi i portali recensiti è legato,
tuttavia, alle "intimidazioni" pervenute da eBay.com al fine di farne cessare
l'attività in Rete. Minacce aventi ad oggetto esclusivamente l'uso non
autorizzato del marchio "PayPal" nel nome a dominio di entrambi i siti e non,
come è facile immaginarsi, i contenuti diffamatori. Una provocazione a
cui entrambi i siti hanno reagito con aria di sfida, ampliando le propie sezioni
anti-PayPal.
Le proteste contro il noto sistema di pagamento non si esauriscono, tuttavia, ai
due portali recensiti, sono tanti, infatti, i siti che ogni giorno nascono
all'estero su iniziativa dei singoli o di gruppi di utenti.
E' il caso di PayPalPetition.com, sito diretto a raccogliere le firme
degli utenti di PayPal al fine di promuovere un'indagine da parte dei media e
delle autorità nei confronti della società. Particolarmente noto è anche PayPalSucks.ORG che, a
differenza dell'omonimo già visto, raccoglie una serie di vignette e fumetti
realizzati dagli utenti del noto portale. Non mancano, tuttavia, blog e pagine
personali di protesta o dissenso nei confronti del noto sistema di
pagamento, iniziative che i singoli utenti pubblicano in Rete, ma che il più
delle volte rappresentano semplicemente una "valvola di sfogo" diretta a
raccontare l'esito di una singola transazione o l'utilizzo illecito del proprio
account.
Certo, qualcuno in Rete sostiene che dietro tanto "astio" vi siano
operazioni commerciali dirette a far convogliare l'utenza verso precise
alternative per i pagamenti, società in alcuni casi reclamizzate espressamente
come più sicure rispetto a PayPal.
Allo stesso tempo, considerato il numero di lamentele e l'entità del
malcontento, è difficile escludere che vi sia un alone di verità.
Pertanto, quel che suggeriamo ai lettori è di valutare le "denunce" pubblicate
dai siti anti-PayPal con il giusto grado di ragionevolezza e ponderazione, non
solo perchè non vi è alcun diritto di replica concesso alla società, ma
perchè spesso le lamentele in questione sono prive di fondamento o hanno una
semplice finalità denigratoria.
Redazione InterTraders
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