Vendere e acquistare cibo on line.
Lunedì 14 Aprile 2008
autore: Redazione InterTraders Tra interfacce user friendly e offerte accattivanti, breve rassegna dei
principali portali dedicati alla spesa via Internet.
L'avvento di Internet oltre a segnare il concetto "classico" di e-business ha
influenzato senza dubbio il modus operandi e gli investimenti di
numerose aziende. Molti imprenditori, infatti, consapevoli delle possibilità e
degli strumenti offerti dall'ICT e dal Web hanno deciso di discostare la propria
attività dal modello tradizionale e di "spaziare" con il proprio business nei
settori più disparati.
Analogamente molti consumatori hanno iniziato a dipendere sempre più dal Web,
al punto di non limitare più i propri acquisti via Internet ai soli beni
secondari (elettrodomestici, prodotti informatici etc.) ma a investire il
proprio denaro anche nella compravendita di beni di prima necessità come abiti,
medicinali e alimenti.
Certo, oggi sul Web si trova in vendita di tutto, ma proprio l'e-commerce di
generi alimentari sembra conoscere da qualche tempo una crescita senza
precedenti. E' bene precisare che quello della "spesa on line" non è un
fenomeno nuovo, ma è una tipo di e-business che in realtà si trova a vivere
una seconda giovinezza e le cui origini ufficialmente risalgono alla
fine degli anni '90, periodo in cui -seppur con scarsi risultati- si
registrarono le prime "sperimentazioni" e le prime forme di vendita di cibo on
line da parte di alcune aziende americane. Un contesto, quello di Internet di
allora, assai diverso da quello attuale: caratterizzato da una maggiore
fiducia verso l'e-commerce sia da parte delle imprese che dei
consumatori. Ne sono una dimostrazione i tantissimi e-shops che oggi in
Italia offrono il servizio di "spesa on line", un numero inimmaginabile di
negozi virtuali fino a qualche anno fa ma che dimostrano come sia possibile
investire con significativi margini di guadagno nell'attività in oggetto.
E' importante premettere come quasi tutti i portali che vendono generi
alimentari on line coprono un raggio di utenza ben definito
(una regione o più province), ambito che diventa ancor più
ristretto (singola provincia) quando la vendita ha ad oggetto
cibo fresco ed alimenti facilmente deteriorabili.
Al fine di meglio comprendere la dinamica di tali vendite, partiamo dall'analisi
dei "passaggi" che caratterizzano il commercio elettronico di generi alimentari.
Al di là dell'interfaccia grafica, particolarmente semplicista e user
friendly che caratterizza gran parte dei portali che vendono cibo on line e
di cui si discorrerà meglio a seguire, la struttura dei siti è
concepita volutamente in maniera minimalista al fine di agevolare e velocizzare
l'acquisto di beni. Emblematico in questo senso è l'inglese Tesco, tra i protagonisti
mondiali nel settore, che mette a disposizione dei visitatori una toolbar con
varie possibilità di scelta del "modo" di fare la spesa:
oltre alla possibilità di ordinare articoli già comprati in precedenza
(opzione "My Favourites") vi è la possibilità di velocizzare la spesa
inserendo direttamente l'intera lista di articoli che l'acquirente desidera
comprare (opzione "Express Shopper"), in quest'ultimo caso un potente
motore di ricerca farà il resto associando una serie di prodotti ad ogni
singolo bene richiesto. In via residuale la toolbar offre la
possiblità di navigare tra le promozioni ("Offers & Ideas") o di cercare gli
articoli per singole parole chiave. Opzioni, queste ultime, previste alla
stregua di altri portali simili.
La fase successiva, che costituisce, a parer nostro, un vero e proprio biglietto
di presentazione per l'azienda, è quella della scelta dei prodotti. Su questo
aspetto è doverso il richiamo al "made in Italy" ed in particolare al portale
Esselunga, tra i più
noti in Italia. Il menu che offre quest'ultimo sito è particolarmente
dettagliato (nell'immagine a seguire è visualizzato in apertura progressiva):
qualora il visitatore fosse interessato ad un determinato tipo di articolo (es.
carne) la scelta sarebbe molto ampia, passando da una panoramica
generica (menu di sinistra) sulla merce in vendita, ad una
distinzione sistematica dei tipi di carne (menu centrale), fino
ad un ulteriore sottomenu (destra) che ricomprende le varietà
animali. Selezionata la voce desiderata l'elencazione diventa
ulteriormente dettagliata mostrando il sito una catalogazione più approfondita
delle parti animali con relativi prezzi.
Quest'ultimo aspetto evidenzia come per il tipo di e-business in oggetto il
layout, la catalogazione minuziosa degli articoli, la vasta possibilità di
scelta ed il prezzo competitivo e sempre ben visibile, siano la
direttrice sulla quale deve muovere chi investe nella vendita di cibo on line al
fine di indurre i consumatori più scettici a preferire la Rete al negozio sotto
casa.
Molte aziende, consapevoli di ciò, si perdono in particolari a volte eccessivi,
ma che rendono l'idea della volontaria trasposizione dell'ambiente fisico in un
contesto virtuale.
Amazon.com, ad es. correda
la descrizione dell'alimento con dei feedback lasciati dagli altri acquirenti,
indicando quali prodotti questi ultimi hanno scelto insieme a quel particolare
articolo.
FreshDirect, altro
"big" della spesa on line negli USA, diversamente, offre una scheda descrittiva
del bene senza pari:
che accosta al tipo di alimento scelto persino una scheda descrittiva ed una
nutrizionale, con possibilità (opzione "Preparation") di richiedere, nel caso
del pesce, che venga affettato, desquamato, deliscato etc. prima della
spedizione.
A carrello riempito la fase successiva, di conferma dell'ordine, presenta
aspetti simili in gran parte dei portali più noti, offrendo in quasi
tutti i casi la possibilità di stabilire contestualmente all'invio del
pagamento o con successivo accordo telefonico, l'orario ideale per la consegna
della merce (v.tabella a seguire presente al momento di inoltro
dell'ordine su uno dei tanti siti italiani),
elemento, quest'ultimo, che insieme all'ubicazione del destinatario o al
costo complessivo degli alimenti incide sull'importo totale da versare
all'esercente per la consegna della spesa a domicilio.
E' il caso di OnlineMarket.it, supermercato virtuale italiano, che prevede
per importi di spesa superiori ai 100 euro un costo per la consegna della merce
ordinata di soli 3 euro, cifra destinata a salire per valori di spesa inferiori
al punto da "compromettere" la convenienza dell'acquisto. Nel
caso di Amazon.com è
prevista anche la possibilità di spedire la spesa all'estero, opzione tuttavia
come lo stesso portale precisa, limitata solo ad alcuni articoli ed in
base alle normative doganali vigenti nei Paesi di invio e ricezione della
merce.
Per quanto concerne la consegna della spesa, quando la vendita ha ad oggetto
cibo fresco o facilmente deteriorabile, l'e-shop garantisce in genere una
tempistica massima di 24 ore; nei restanti casi la consegna avviene tra i 2 e i
5 giorni dal perfezionamento dell'ordine.
Amazon Fresh (divisione di Amazon.com dedicata alla vendita di cibo fresco) prevede tre
tipologie di consegna:
- consegna notturna con spesa lasciata in apposito contenitore
termoisolante dietro la porta di casa;
- consegna durante il giorno a mezzo corriere;
- ritiro della spesa presso punto vendita Amazon.
Queste ultime due tipologie di consegna trovano largo impiego anche
presso gli esercenti del nostro Paese. Aspetto che ha permesso a numerose catene
di supermercati (ad es. la Despar con il proprio portale dedicato al
commercio di generi alimentari Spesaonline.com) di fare il grande salto e lanciarsi
nelle vendite on line, sebbene, come già detto, limitatamente ad alcune zone
della penisola.
Si è accennato in precedenza ad Amazon.com, che insieme a Direct Fresh e
Peapod.com rappresentano i principali successi imprenditoriali a livello
mondiale nel settore. In particolare per Amazon, azienda nata nel lontano 1994
come libreria on line, va precisato che quello della spesa è un settore
"abbracciato" solo negli ultimi anni e culminato nell'estate scorsa con il
servizio di vendita di cibo fresco. Ciò a dimostrazione del fatto che solo con
un'attività economica consolidata alle spalle sia opportuno investire in un
settore che presenta comunque costi non sottovalutabili per la consegna della
merce e per il guadagno marginale che ne deriva.
Oltre all'aspetto economico ed alla tempistica per le consegne, l'interfaccia
del portale resta comunque l'aspetto principale di cui tener conto: uno
dei pregiudizi da abbattere per il consumatore è infatti quello di non poter
"toccare" con mano la merce, come si fa normalmente al mercato della frutta o
del pesce.
Negli esempi citati, inoltre, si è parlato di successo imprenditoriale e non a
caso la nascita in Italia di siti che vendono pasta fresca, prodotti
gastronomici e vini conferma sempre più il proliferare di attività che
partono dal "preconfezionato" per arrivare al prodotto fresco e che iniziano in
via sperimentale su portali di aste (ad es. eBay) per poi
assumere in Rete la forma del sito a tema.
E' bene tuttavia ricordare che sono tanti anche i casi di clamorosi
insuccessi: i più noti sono quelli di Webvan, finita
in bancarotta dopo aver raggiunto con la sua attività più di 20 città
americane, e di Homegrocer.com, fallita inesorabilmente dopo una continua serie
di tagli al personale. Società i cui nomi riecheggiano ancora in Rete e che
tornano alla memoria ogniqualvolta si parla di vendere cibo on line.
Redazione InterTraders
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