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E-commerce b2c e diritto: il diritto di recesso nella vendita on line di beni usati.
Lunedì 11 Febbraio 2008
autore: Rocco Gianluca Massa Un interrogativo che ci viene spesso rivolto dai lettori, relativamente
all'e-commerce business to consumer (da impresa a consumatore), riguarda
l'applicabilità delle tutele previste dalla legge per il consumatore nel caso
in cui la compravendita on line abbia ad oggetto articoli usati.
In particolare un lettore ci chiede:
"Buongiorno, vorrei sapere se il diritto di recesso si applica nelle vendite
via Internet al consumatore di articoli usati. Mi e' capitato di trovare siti
che lo offrivano e altri che non lo prevedevano, da quanto ho potuto capire
essendo la merce usata di regola non dovrebbe applicarsi. Gradirei un vostro
parere. Grazie."
Segue la risposta.
Premesso che la ragione per cui vi è il diritto di recesso non è da ricondursi
allo stato in cui è venduta la merce (nuova o di seconda mano) ma alla
necessità di tutelare il consumatore nelle compravendite a distanza, la vendita
di merce usata -che sia un elettrodomestico o ad es un quadro antico- non
rientrerebbe tra le esclusioni del diritto di recesso espressamente previste
dall'art.55 del D.Lgs. 206 del 2005, c.d. Codice del
Consumo.
Norma di seguito riportata per completezza:
"Il diritto di recesso previsto agli articoli 64 e seguenti, nonché gli
articoli 52 e 53 ed il comma 1 dell'articolo 54 non si applicano:
a) ai contratti di fornitura di generi alimentari, di bevande o di altri
beni per uso domestico di consumo corrente forniti al domicilio del consumatore,
al suo luogo di residenza o al suo luogo di lavoro, da distributori che
effettuano giri frequenti e regolari;
b) ai contratti di fornitura di servizi relativi all'alloggio, ai
trasporti, alla ristorazione, al tempo libero, quando all'atto della conclusione
del contratto il professionista si impegna a fornire tali prestazioni ad una
data determinata o in un periodo prestabilito.
2. Salvo diverso accordo tra le parti, il consumatore non può esercitare il
diritto di recesso previsto agli articoli 64 e seguenti nei casi:
a) di fornitura di servizi la cui esecuzione sia iniziata, con l'accordo
del consumatore, prima della scadenza del termine previsto dall'articolo 64,
comma 1;
b) di fornitura di beni o servizi il cui prezzo è legato a fluttuazioni
dei tassi del mercato finanziario che il professionista non è in grado di
controllare;
c) di fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente
personalizzati o che, per loro natura, non possono essere rispediti o rischiano
di deteriorarsi o alterarsi rapidamente;
d) di fornitura di prodotti audiovisivi o di software informatici
sigillati, aperti dal consumatore;
e) di fornitura di giornali, periodici e riviste;
f) di servizi di scommesse e lotterie."
La sua domanda non precisa la natura dell'articolo usato in vendita e pertanto
una risposta ulteriormente dettagliata, anche alla luce della giurisprudenza,
non mi è possibile fornirgliela. Tenga presente, tuttavia, che qualora
per la natura del bene venduto (es. un vaso, un mobile etc.) il
diritto di recesso dovesse sussistere, tale diritto è per il consumatore
irrinunciabile ed inderogabile e non è rimessa alla discrezione del
venditore la sua riconoscibilità.
Inoltre, alcuni dettaglianti escludono "implicitamente" in questo tipo di
vendite il diritto di recesso in seguito ad una cattiva interpretazione
dell'art. 67 co.2 del decreto legislativo in oggetto. Disposizione che così
recita:
"Per i contratti riguardanti la vendita di beni, qualora vi sia stata la
consegna della merce, la sostanziale integrità del bene da
restituire è condizione essenziale per l'esercizio del diritto di recesso. È
comunque sufficiente che il bene sia restituito in normale stato di
conservazione, in quanto sia stato custodito ed eventualmente adoperato con
l'uso della normale diligenza."
Considerazione ovviamente errata in quanto la sostanziale
integrità prevista dalla norma, a mio parere, non si riferisce allo
stato (nuovo o usato) in cui è venduta la merce, ma all'integrità/interezza
estetica e funzionale dello stesso presente al momento dell'acquisto.
Per completezza ricordo che nelle compravendite a distanza di beni il termine
per l'esercizio del diritto di recesso è di 10 giorni lavorativi
decorrenti ai sensi dell'art.65 comma 2 e ss. "dal giorno del loro
ricevimento da parte del consumatore ove siano stati soddisfatti gli obblighi di
informazione di cui all'articolo 52 o dal giorno in cui questi ultimi siano
stati soddisfatti, qualora ciò avvenga dopo la conclusione del contratto
purché non oltre il termine di tre mesi dalla conclusione
stessa;"
Sempre per i contratti a distanza nel caso in cui il professionista non abbia
soddisfatto gli obblighi di informazione di cui agli articoli 52, comma 1,
lettere f) e g), e 53, il termine per l'esercizio del diritto di recesso è di
90 giorni e decorre, per i beni, dal giorno del loro ricevimento da parte
del consumatore.
Disposizioni che si applicano anche nel caso in cui il venditore fornisca una
informazione incompleta o errata che non consenta
il corretto esercizio del diritto di recesso.
Rocco Gianluca Massa
esclusiva per International Traders
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