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Speciale frodi informatiche: LA TRUFFA RUMENA
Sabato 27 Ottobre 2007
autore: Redazione InterTraders Che cos’è.
La truffa rumena è un tipo di frode strettamente connessa alle aste on line. La
denominazione è legata alla nazionalità di chi le ha introdotte in Rete alcuni
anni fa, sebbene ormai non siano più circoscrivibili ai soli individui dell'Est
Europa.
La dinamica della frode è la seguente: il truffatore cerca tra le aste on line
le inserzioni relative ad articoli, singoli o in lotti, di un certo
valore (ad es. palmari, portatili, GPS o cellulari) e dopo averle individuate
resta in attesa delle offerte. Ad asta conclusa contatta coloro che non sono
riusciti ad aggiudicarsi l'oggetto offrendone uno o più simili ad un prezzo
decisamente più conveniente.
Normalmente il truffatore giustifica il prezzo esiguo con varie motivazioni,
adducendo ad es. che l'articolo è importato, proviene da un discount o che il
rivenderlo fuori asta gli evita di pagare al gestore della piattaforma le
tariffe d'inserzione e le commissioni sul valore finale.
La compravendita, svolta al di fuori della piattaforma di aste, determina la
decadenza di tutta una serie di garanzie per vizi ed inadempienze offerte dal
gestore o dal sistema di moneta elettronica utilizzato per pagare la merce.
In mancanza delle suddette tutele ne consegue non solo che l'acquirente venga
facilmente truffato, ma che lo stesso venditore si renda irreperibile dopo la
finta vendita. Circostanza, quest'ultima, agevolata:
- dall'essersi iscritto al portale di aste come semplice offerente/acquirente e
non come venditore, non dovendo pertanto fornire al gestore della piattaforma
una documentazione personale più dettagliata;
- dall'utilizzare come forma di pagamento per ricevere denaro un assegno
bancario trasferibile o sistemi particolarmente 'snelli' ed atipici come Western
Union o MoneyGram, normalmente non destinati alle transazioni on line o
all'invio di denaro ad individui sconosciuti.
E' frequente, tuttavia, il caso in cui lo stesso truffatore agisca allo
"scoperto" vendendo lui stesso l'articolo in asta tramite:
1) un account proprio;
2) l'account di qualche ignaro ebayer (a cui ha avuto accesso illecitamente).
Nel primo caso (account proprio):
-cercherà di ricorrere ad espedienti pubblicitari(reclamizzando l'articolo come
nuovo, la spedizione come gratuita e rapida etc.) particolarmente convincenti
per persuadere un acquirente diffidente;
-alternativamente o contestualmente cercherà di concludere delle vendite
parallele fuori asta con gli offerenti che non si sono aggiudicati l'articolo,
adducendo in particolare come giustificazione, il già visto pretesto delle non
dovute commissioni al gestore d'asta;
Nel secondo caso (account di terzi usato abusivamente) agirà in maniera più
sfacciata potendo contare su un account intestato ad ebayers con numerosi
feedback ed ingannando gli offerenti più inesperti.
In entrambi i casi è probabile che il truffatore rifiuti il pagamento tramite
PayPal, sostenendo di avere problemi con il relativo account dovuti ai più
disparati motivi burocratici o procedurali.
Non è escluso tuttavia che il criminale per perpetrare la truffa si avvalga
dell'ausilio di altre tecniche informatiche illecite come il phishing utilizzando email spoof provenienti in
apparenza da società come Western Union, PayPal, TNT, DHL, UPS, Escrow!
(società che fornisce un servizio di deposito a garanzia particolarmente
utilizzato nelle aste on line) o la stessa eBay, contenenti false rassicurazioni
per l'acquirente al fine di ingannarlo più agevolmente (come ad es. la promessa
di inviare il denaro al destinatario solo a merce ricevuta, etc).
I primi segnali di una potenziale truffa si riscontrano oltre
che dal già visto sistema di pagamento accettato e dal contenuto della stessa
asta, anche:
- dal luogo in cui si trova realmente l'oggetto, spesso
diverso da quello indicato in asta e/o da quello di residenza del
venditore;
- dalla scarsa comunicatività di chi ce lo offre (es.:
venditore che si spaccia di nazionalità italiana o inglese e poi scrive nella
propria lingua in maniera sgrammaticata o irregolare);
- dall'incongruenza o incompletezza dei dati di
residenza (es.: utilizzo di casella postale come recapito per la
corrispondenza o utilizzo di un indirizzo fittizio);
- dalla scarsa possibilità di accertare l'indirizzo del
venditore per l'assenza di un numero di rete fissa e la sola
presenza del numero di cellulare;
- dal rifiuto del venditore di accettare servizi di
"deposito a garanzia" come Escrow.
In tutti i casi quindi è sempre bene contattare di persona chi vende, non
fidandosi solo dell'apparenza delle aste. Inoltre, di fronte ad un numero di
rete fissa o ad un indirizzo fisico (veritiero o fittizio che appaia), è
opportuno accertarsi sempre che i medesimi siano reali e corrispondano ad
abitazioni private (molti truffatori riescono ad ingannare le vittime fornendo
loro indirizzi di bar, Internet cafè o enti pubblici).
L’esempio.
Nell'immagine a seguire è visibile una email truffaldina inviata da un ebayer
di nazionalità rumena ad un offerente che non è riuscito ad aggiudicarsi
l'asta di un telefonino. Nel messaggio si parte dal singolo pezzo per offrire un
numero maggiore di articoli ad un prezzo forfettario.
Il valore commerciale del cellulare in questione (un Nokia 6680) nel periodo
dell'email (settembre 2006) era superiore ai 200 euro. Il venditore lo offre a
150 euro compresa spedizione.
Altra cosa che insospettisce è l'uso di eBay americano (ebay.com) e non di
quello italiano (ebay.it) come sito di registrazione dell'utente e di invio
dell'email sospetta.
Elementi che, unitamente alle motivazioni fantasiose relative alla svendita dei
cellulari, all'italiano sgrammaticato, all'uso di Western Union per i pagamenti
ed al punteggio di feedback (una volta tanto utile), dovrebbero indurci a
diffidare dell'offerta.
Lo stesso dicasi per le aste che reclamizzano l'ultimo modello
di palmare, portatile o altro articolo Hi-Tech a prezzo stracciato comprensivo
di spedizione ed accessori. E' bene in questo caso cercare di entrare in
contatto diretto con il venditore, acquisendo più dati possibili sul suo conto
e controllando sul forum del portale di aste che lo stesso non abbia già
truffato altri utenti in precedenza.
Curiosità.
Quando si parla di truffe rumene normalmente il pensiero corre ad individui
residenti in Romania o il cui pagamento deve essere inviato in tale nazione. Col
tempo, tuttavia, la frode si è svincolata dal suddetto stereotipo,
sviluppandosi in relazione al tipo di oggetto venduto al fine di meglio
convincere ed ingannare gli ignari acquirenti.
Un esempio eloquente è quello delle truffe aventi ad oggetto determinati
articoli ed in cui il venditore arriva a "rivendicare" una certa nazionalità
pur di ingannarci. E' il caso, tra l'altro noto, dei cellulari Nokia venduti ad
un prezzo vantaggioso da pseudo-finlandesi, che arrivano finanche a spacciarsi
per dipendenti della nota azienda pur di giustificare il prezzo-regalo della
merce in asta.
Lo stesso dicasi per le aste aventi ad oggetto portatili o palmari di marca
orientale, o peggio, diamanti e preziosi. In quest'ultimo caso è frequente
l'ipotesi in cui il venditore si spacci per un uomo d'affari sudafricano, che
cerca di svendere la merce "sottobanco" per eludere i controlli fiscali nel
proprio Paese.
Redazione InterTraders
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